Certe startup nascono in un garage, come da cliché della Silicon Valley. Altri, invece, nei corridoi delle università di Napoli. Così, per capire come stia cambiando il mondo del lavoro in Campania, creando occupazione a partire da una scintilla o da un’idea, basta passeggiare tra gli atenei o nei cosiddetti incubatori, otto, che aiutano i giovani creativi a mettersi sul mercato.
«La nostra startup è nata nei corridoi della Federico II», racconta per esempio Flavio Farroni, classe 1985, napoletano di Fuorigrotta. Insieme a Francesco Timpone e Aleksandr Sakhnevych ha dato vita a MegaRide, già start-up automotive nata come spin-off accademico del dipartimento di Ingegneria industriale, oggi micro-holding internazionale: una realtà nata nell’incubatore Campania NewSteel.
«Da appassionati di Formula 1 abbiamo analizzato l’interazione tra i veicoli e l’ambiente circostante creando algoritmi che consentano agli ingegneri e ai piloti di simulare il comportamento degli pneumatici, elemento chiave nel contatto tra l’auto e la strada, migliorando aderenza e usura, importanti nel salvare vite come nel vincere una gara», raccontano. Nel 2020 il premio per l’innovazione, consegnato da Mattarella; oggi collaborazioni con prestigiosi marchi auto e moto e tre startup satellite, tra cui VESevo, coordinata insieme a Andrea Genovese, che collabora con oltre metà dei team di Formula 1.
Una storia virtuosa, come le tante altre partite da Napoli, tra millennials e generazione Z, figli di una metropoli che ha aumentato il passo, a partire dagli anni Duemila: alcune tra le più iconiche sono raccontate nel volume “NapoliLavoro”, realizzato da “Repubblica” in collaborazione con la Cgil per I 130 anni dalla fondazione della Camera del lavoro e in regalo domani con il quotidiano: ci sono, per esempio, Biologic, il laboratorio di knowledge for business, specializzato nella ricerca di nuovi materiali a partire dai batteri, “addestrati” per creare tessuti da utilizzare nella moda (e non solo), e Rithema, una startup nata per inserire tecnologie green nei processi di vita quotidiana. E le opportrunità del digitale.
Il volume conferma una certa effervescenza del settore dell’innovazione: prima regione in Italia per imprenditorialità giovanile (12,2%), rispetto a una media nazionale dell’8,8%, la Campania è seconda per numero di startup innovative (1510, il’12% del totale nazionale) e prima in assoluto per tasso di crescita (+43,42% tra il 2020-2024). Prima, ancora, tra le regioni del Sud, per numero di brevetti depositati.
Tra le storie più sorprendenti quella di Uno Bravo, piattaforma di consulenza psicologica online nata a Casalnuovo di Napoli nel 2019 per rendere più accessibili il sostegno psicologico grazie alla tecnologia: l’azienda oggi dà lavoro a circa 2100 persone, di cui il 93% donne e conta oltre 40mila pazienti. Un successo made in Napoli: da qui Danila de Stefano, classe 1992, partenopea doc, era partita per Londra. Sognava di fare la psicologa, è tornata alla base con un’idea vincente.
«Storie come quelle raccontate da Repubblica confermano come la Campania, grazie alle linee della giunta De Luca, si stia distinguendo come un punto di riferimento nel campo della ricerca e dell’innovazione, grazie a un ecosistema dinamico, inclusivo e orientato alla collaborazione internazionale», spiega Valeria Fascione, assessora alle startup e all’innovazione.
Spiragli d’ottimismo per ridurre la disoccupazione e creare nuove opportunità di lavoro.
«Noi abbiamo per esempio assunto ragazzi in gran parte cresciuti con noi, fin dai banchi dell’università», spiega ancora Flavio Farroni, ceo di MegaRide. Età media 29 anni, team esteso di 36 persone: in squadra ingegneri meccanici, dei materiali e dell’automazione e laureati in economia nei settori di marketing, strategia e amministrazione. Sguardo sui dottorandi: il recruiting non si ferma. «Il nostro segreto? Tre traiettorie: la ricerca e le facilities legate all’università, passione per l’idea e per il territorio e un buon marketing», spiega Farroni. «Se siamo di ispirazione per il contesto? Ci piacerebbe, la nostra è soprattutto la prova che le cose possono succedere anche partendo da Napoli. – continua il ceo – Facciamo il lavoro più bello del mondo dal posto più bello del mondo».
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