Piacenza è la provincia emiliano-romagnola col tasso più basso di denunce di furti in abitazione: 256 ogni 100mila abitanti. È il dato che emerge dal rapporto statistico realizzato ogni anno. Bes (Benessere equo e sostenibile) dei territori 2024 dell’Istat. L’indicatore dei furti in casa – che in termini assoluti nel 2022 si traduceva in 727 denunce, secondo la banca dati dell’Istat – fa parte del macrotema della sicurezza, l’unico in cui Piacenza primeggia in senso positivo. Da altri indicatori di benessere non arrivano invece notizie positive: la nostra provincia infatti è ultima in regione per quanto riguarda i bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia (23,2%), è ultima per “scuole accessibili” con una percentuale del 31,7%. Piacenza fanalino di coda anche per la densità e la rilevanza del patrimonio museale.
L’Istat diffonde la seconda edizione del report BesT dell’Emilia-Romagna, che delinea i profili di benessere equo e sostenibile della regione – e delle rispettive province – a partire dalla lettura integrata degli indicatori del Bes dei territori (edizione 2024). Le misure statistiche di dettaglio provinciale utilizzate sono coerenti e armonizzate con quelle del Rapporto Bes e in alcuni casi ampliate per tener conto di ulteriori aspetti utili per le politiche territoriali. Il report analizza la regione e le sue province evidenziando i divari rispetto all’Italia, i punti di forza e di debolezza, oltre alle evoluzioni recenti. Inoltre, tre focus tematici approfondiscono il quadro nei domini Benessere economico, Paesaggio e patrimonio culturale, Innovazione, ricerca e creatività con nuove misurazioni e analisi sulle condizioni economiche degli individui, sulla dotazione e fruizione di musei e biblioteche, sull’offerta di servizi comunali online per le famiglie. Quest’anno ai 20 report regionali si aggiunge anche un 21esimo report, già pubblicato, che approfondisce e confronta i profili di benessere delle 14 città metropolitane.
IL QUADRO D’INSIEME – L’Emilia-Romagna presenta livelli elevati di benessere rispetto al complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del Bes dei territori. Infatti, considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) nell’ultimo anno disponibile, il 55,4 per cento delle misure colloca le province emiliano-romagnole nelle classi di benessere alta e medio-alta mentre il 25,3 per cento le colloca nelle classi bassa e medio-bassa (gli stessi valori calcolati su tutte le province italiane sono rispettivamente del 41,8 per cento e 35,6 per cento). Tuttavia, nel confronto con le altre regioni del Nord-est, l’Emilia-Romagna mostra un profilo meno brillante sia del Friuli-Venezia Giulia, che è la più favorita (con il 62,7 per cento di misure provinciali nelle classi alta e medio-alta e il 16,3 nelle classi bassa e medio-bassa), sia del Trentino-Alto Adige (61,4 per cento nelle due classi di testa e 15,7 per cento nelle due classi di coda).
La città metropolitana di Bologna presenta la quota maggiore di posizionamenti nelle due classi di benessere più alte (65,6 per cento) e la minore incidenza nelle due classi più basse (20,3 per cento). Risultano invece più sfavorite Piacenza, con il 50% dei posizionamenti nelle classi di testa e il 29,7 per cento nelle classi di coda, Reggio nell’Emilia che ha la maggiore frequenza di posizionamenti nelle classi bassa e medio-bassa (32,8 per cento) e Ferrara con la frequenza più bassa di posizionamenti (48,4 per cento) nelle classi nelle classi alta e medio-alta. Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, emerge un quadro critico per le province emiliano-romagnole nel dominio Ambiente, con il 50,6 per cento degli indicatori provinciali nelle due classi di coda e soltanto il 30,9 per cento nelle due classi più elevate. Nel 2022 la produzione di rifiuti urbani della regione è pari a 633 kg per abitante (140 kg in più rispetto alla media-Italia); le province di Reggio Emilia, Ravenna e Piacenza si distinguono per i livelli più alti in Italia, con oltre 700 kg pro-capite. La quota di superficie territoriale coperta da aree naturali protette (12,1 per cento in Emilia-Romagna) è inferiore alla media-Italia (21, 7 per cento) in tutte le province. Le province di Parma e Piacenza registrano un aumento rispetto al 2019 della dispersione dell’acqua potabile dalle reti comunali di distribuzione, raggiungendo i più alti livelli regionali (rispettivamente 42,1 e 35,9 per cento, a fronte di una media regionale del 29,7 per cento).
Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio Benessere economico, con l’82,2 degli indicatori nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta e nessun posizionamento nella classe di coda. I valori regionali di tutti gli indicatori del dominio sono superiori in termini di benessere rispetto al valore medio dell’Italia, mentre i valori provinciali risultano, in alcuni casi, inferiori ma in generale miglioramento rispetto al 2019 in tutte le province. Nella provincia di Ferrara si registra invece un aumento rispetto al 2019 della vulnerabilità finanziaria delle famiglie, misurata attraverso il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie che nel 2023 supera il valore regionale (0,4 per cento) e si allinea, come Piacenza, al valore nazionale di 0,6 per cento. Anche nel dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita nessuna provincia emiliano-romagnola ricade nella classe di benessere più bassa e la frequenza delle due classi più elevate è pari all’81,5 per cento. A livello provinciale quasi tutti gli indicatori denotano un maggiore benessere rispetto alla media nazionale. Fanno eccezione il numero di giornate retribuite dei lavoratori dipendenti nella provincia di Rimini, che nel 2022 è pari a 67,3 per cento (11 punti percentuali in meno della media-Italia) e il tasso di infortuni mortali e invalidità permanente, che presenta solo nelle province di Bologna e Ravenna (nell’ordine 8,1 e 8,2 per 10 mila occupati) risultati inferiori al dato italiano e di ripartizione (nell’ordine 10,0 e 9,9).
LE CONDIZIONI ECONOMICHE DEGLI INDIVIDUI – La distribuzione del reddito disponibile equivalente (elaborato a partire dal sistema integrato dei registri) segnala per l’Emilia Romagna livelli superiori a quelli nazionali e del Nord-est: Il 50 per cento degli individui residenti in famiglia dispone di almeno 20.800 euro annui a fronte di un valore mediano di 17.500 euro per l’Italia e di 20.500 euro per il Nord-est. La Città metropolitana di Bologna ha il valore più elevato (21.900 euro), la provincia di Rimini il più basso (18.500 euro). Nella città metropolitana di Bologna si osserva anche la maggiore disuguaglianza: il 10 per cento degli individui più ricchi dispone di almeno 40.500 euro annui, il 10 per cento più povero al più di 9.400 euro
MUSEI E BIBLIOTECHE – In Emilia-Romagna sono presenti 456 strutture culturali, tra musei, aree archeologiche e monumenti, che rappresentano il 10,3 per cento delle 4.416 strutture censite in Italia nel 2022. Poco più della metà dei comuni ospitano almeno un museo. La città metropolitana di Bologna si conferma al primo posto per numero di strutture museali, rappresentando il 18,9 per cento del totale regionale e accogliendo il 18,4 per cento dei visitatori. La provincia di Ravenna, pur ospitando solo il 12,3 per cento dei musei della regione, attira il 31,5 per cento dei visitatori. La rete di 593 biblioteche pubbliche e private dell’Emilia Romagna, che nel 2022 rappresentano il 7,3 per cento delle 8.131 biblioteche presenti in Italia, è capillarmente distribuita nell’88,8 per cento dei comuni e serve il 98,3 per cento della popolazione residente.
I SERVIZI COMUNALI ONLINE PER LE FAMIGLIE – Nel 2022, il 68,2 per cento dei Comuni dell’Emilia Romagna gestisce interamente online l’iter per l’accesso ad almeno un servizio per le famiglie, con un vantaggio di 14,6 punti percentuali rispetto all’Italia (53,6 per cento). Anche il numero di servizi è superiore alla media nazionale: il 61,8 per cento dei Comuni della regione offre da uno a sei servizi interamente online, con un divario di quasi 11 punti percentuali rispetto all’Italia. Le tipologie di servizi online più frequenti sono: i servizi di mensa scolastica (47,8 nell’Emilia-Romagna, 26,5 per cento in Italia), l’iscrizione agli asili nido (41,4; 8,8) e i certificati anagrafici (36,7; 24,6). Il servizio più penalizzato è la richiesta del contrassegno di invalidità (3,1 per cento in Emilia-Romagna; 2,1 in Italia).
SICUREZZA – Gli indicatori del dominio segnalano una maggiore penalizzazione della regione in particolare per i maggiori tassi di altri delitti mortali e di furti in abitazione denunciati. L’Emilia-Romagna presenta però valori leggermente più bassi delle medie di confronto per la mortalità stradale in ambito extraurbano e, rispetto alla ripartizione, per le denunce di borseggio e di rapina. I divari tra le province sono ampi, in particolare per gli altri delitti mortali denunciati e per le denunce di rapina che, nelle province con i risultati peggiori sono su livelli più elevati anche della media-Italia, mentre scendono decisamente al di sotto in quelle coi risultati meno critici. Nelle posizioni migliori si trovano Reggio nell’Emilia e la città metropolitana di Bologna (per 2 indicatori ciascuna) mentre il maggior numero di penalizzazioni si evidenzia a Rimini (per 3 indicatori su 6). Rispetto al 2019 si rileva una riduzione delle denunce degli altri delitti mortali e un lieve calo della mortalità stradale in ambito extraurbano. Inoltre, la progressiva ripresa delle denunce di reati predatori seguita al picco del periodo pandemico, non ha ancora riportato le denunce di furto in abitazione e di borseggio ai livelli del 2019. Per i quattro indicatori citati i progressi della regione sono leggermente più evidenti di quelli osservati a livello nazionale e nel Nord-est. L’unico peggioramento, in linea con gli andamenti generali, riguarda le denunce di rapina, che hanno già superato il valore del 2019, attestandosi a 46,6 per 100 mila (+5,8 punti), con un peggioramento notevole (circa 40 punti in più) nella provincia di Rimini, che è di gran lunga la più penalizzata per tutti i reati predatori. In questa provincia borseggi e rapine presentano valori molto al di sopra di quelli degli altri territori, con divari rispetto alle meno penalizzate che arrivano ad essere oltre il quadruplo dei borseggi di Reggio nell’Emila e delle rapine di Forlì-Cesena.
Nel 2022 le denunce di furto in abitazione in Emilia-Romagna (324,1 per 100 mila abitanti) sono ben al di sopra della media-Italia (226,7) e del valore del Nord-est (284,9), sebbene siano diminuite rispetto al periodo pre-pandemico (-89,6 punti) maggiormente delle medie di confronto. Tutte le province hanno tassi superiori al nazionale, tranne Piacenza (256,1), che fa registrare il valore migliore in regione. Le situazioni peggiori si registrano a Bologna, Modena e Parma (tutte con almeno 350 furti denunciati per 100 mila abitanti). Le denunce di borseggio in Emilia-Romagna arrivano a 251,0 per 100 mila abitanti (oltre 31 per 100 mila in più dell’Italia e 56,9 in più del Nord-est), rimanendo comunque al di sotto del valore del 2019. Le province di Rimini e Bologna sono le più colpite (519,7 e 365,9) nonostante i valori più bassi registrati nel 2022 in confronto l 2019, in particolare a Bologna.
Nel 2022 il tasso di omicidi volontari in Emilia-Romagna (0,5 per 100 mila abitanti) è di poco inferiore al valore nazionale ed in linea con la ripartizione. Il tasso relativo agli altri delitti mortali denunciati (4,1 per 100 mila abitanti) colloca invece la regione in una posizione sfavorita sia rispetto all’Italia sia al Nord-est (rispettivamente 3,1 e 3,4 per 100 abitanti). La provincia di Rimini, che nel 2019 non aveva registrato omicidi, è quella che evidenzia il maggiore aumento. Le denunce di altri delitti mortali nell’ultimo anno risultano invece in crescita a Piacenza e Ravenna con quest’ultima che fa registrare il tasso più elevato della regione (8,0 per 100 mila abitanti) mentre Rimini, la città metropolitana di Bologna e Forlì-Cesena sono quelle con i valori più bassi (intorno ai 3 delitti denunciati per 100 mila abitanti). Infine, la mortalità stradale in ambito extraurbano in Emilia-Romagna (3,6 morti ogni 100 incidenti) è inferiore sia alla media-Italia che a quella del Nord-est (4,3 e 4,2 per cento rispettivamente). Il dato non è omogeneo a livello territoriale, con Reggio nell’Emilia e Parma (la più svantaggiata insieme a Piacenza) che si trovano su livelli decisamente peggiori (rispettivamente +2,6 e +2,8 punti percentuali rispetto al 2019). Tra le altre province spiccano i più bassi livelli della città metropolitana di Bologna (-1,7 punti percentuali rispetto al 2019), dove l’indicatore tocca il valore minimo della regione (2,1 morti per cento incidenti).
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